Gino Baron Castelfranco Veneto 10/7/1917 – Udine 6/2/1988
Gino Baron e’ uno dei leggendari piloti dei cieli dell’Africa Orientale, gregario di Mario Visintini nella 412^ Squadriglia Caccia (“affiliata” al 4° Stormo). Per le sue imprese, 20 apparecchi abbattuti di cui 10 individuali e 10 in collaborazione, ha ottenuto in tutto una medaglia d’argento e una di bronzo. Un po’ poco, per chi, come Baron, ha all’attivo 2 Blenheim abbattuti con una sola raffica. Purtroppo di lui non e’ disponibile documentazione fotografica, non amava parlare della sua vita aviatoria e tantomeno conservare ricordi.
da: “Storia Illustrata” – Aprile 1978
Gino Baron è uno dei leggendari piloti che combatterono sui cieli dell’Africa Orientale. Allora era gregario di Mario Visintini nella 412^ Squadriglia Caccia
(“affiliata” al 4° Stormo), comandata dal capitano Antonio Raffi. E’ nato nel 1917 a Castelfranco Veneto ed e’ stato istruttore all’Aero Club di Gorizia dal 1970, quando Chianese ha lasciato l’incarico. Due terzi della sua vita li ha passati sugli aerei. La sua 412a Squadriglia, con la 410a (cap. Corrado Ricci), la 411a (cap. Vincenzo Lucertini) e la 413a (cap. Corrado Santoro), costituiva lo scudo protettivo dell’Impero Italiano in Africa Orientale. Uno scudo molto piccolo, per non dire inconsistente, considerata l’immensa vastita’ del territorio da controllare. Questa palese inferiorita’ non scoraggio’ i nostri cacciatori almeno fino a quando funziono’ il ponte-aereo con l’Italia. Quando cesso’ l’afflusso dei rifornimenti ci fu il crollo. Nel frattempo si erano viste cose incredibili: i nostri piloti, Osvaldo Bartolozzi, Luciano Cacciavillani, Guglielmo Folcherio, Antonio Giardina’, Enzo Omiccioli (7 aerei abbattuti individualmente), Alberto Veronese, per ricordare solo alcuni nomi, erano riusciti nel miracolo della moltiplicazione dei pochi CR32 e dei CR42, una sessantina in tutto, che avevano avuto in consegna. Sembravano quattro Stormi, invece erano quattro minuscole Squadriglie. Il capitano Corrado Ricci (oggi generale in pensione) quando riusci’ con il suo asmatico CR32 ad abbattere il primo Blenheim, costringendolo ad atterrare, non credeva ai propri occhi. Per festeggiare la sua vittoria pulita, ai punti, si esibi’ in un rituale tonneau sulle baracche della sua base. Alcuni mesi dopo si verifica un combattimento fra alcuni Hurricane e i nostri superstiti caccia. Precipita subito un CR42, ma il nostro pilota riesce a lanciarsi con il paracadute. “Mentre scende”, ricorda Ricci, “dondolando appeso all’ombrello, un Hurricane, guidato da un sudafricano, gli si butta addosso mitraghiandolo. Così viene ucciso il tenente Bruno Caldonazzi, uscito incolume dal suo velivolo in fiamme”. L’Asso degli Assi dell’Africa Orientale fu Visintini. Al cimitero di Asmara sulla sua tomba era scritto che aveva conseguito 17 vittorie. La prima, contro un bombardiere, l’ottenne con Baron. Visintini, che il 12 dicembre 1940 con il proprio CR42 aveva recuperato Raffi finito con il suo aereo in zona nemica, l’11 febbraio 1941, dopo uno scontro sul cielo di Cheren, corse in aiuto di Baron che, a causa del cattivo tempo, era stato costretto ad atterrare a Sabarguma fra Massaua e Asmara. Baron, pero’ aveva gia’ avvertito il Comando che le condizioni atmosferiche erano proibitive. Ma Visintini, preoccupato che potesse andare perduto un prezioso aereo, riparti’ subito dall’Asmara alla ricerca del fido Baron. Purtroppo la nebbia lo tradi’ facendolo disorientare. Visintini, l’aquila italiana dell’Africa Orientale, mori’ schiantandosi contro il monte Nefasit.
Dopo un mese, Baron, a sua volta, rimase chiuso in trappola, fra tre Hurricane, sul solito cielo di Cheren. Fu colpito da tre proiettili. Due non gravi, il terzo, invece, gli fece letteralmente scoppiare il polpaccio della gamba sinistra. Baron carico’ allora l’avversario, trascinandolo con se’ nella caduta. Ma fortunosamente si salvo’ con il paracadute. L’inglese, invece, rimase ucciso. Per due anni Baron passo’ da ospedale in ospedale, poi ebbe l’occasione di imbarcarsi su una nave adibita al rimpatrio dei civili, la Duilio. Dopo due mesi di navigazione sbarco’ in Italia. Nessuno lo conosceva, nessuno sapeva di lui. Per le sue imprese, 20 apparecchi abbattuti di cui 10 individuali e 10 in collaborazione, ha ottenuto in tutto una medaglia d’argento e una di bronzo. Veramente un po’ poco, per chi, come Baron, aveva all’attivo 2 Blenheim abbattuti con una sola raffica.
AFRICA ORIENTALE ITALIANA
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