Il 25 novembre 1909 il giovane Edvard Rusjan – nato a Trieste nel 1886 dal goriziano Franc e da Maria Cabas, originaria di Medea, in seguito trasferitisi a Gorizia – collaudò nella campagna intorno alla città, in località Campagnuzza (dove già esisteva una Piazza d’armi), il suo primo velivolo. Più che di un vero e proprio volo, si trattò di un salto di una sessantina di metri e all’altezza di circa due.

L’aereo, realizzato in collaborazione con il fratello Josip, era stato chiamato EDA I, ed era dotato di motore Anzani a tre cilindri da 25 CV, raffreddato ad acqua, con elica trattiva a 1300 giri. Era lo stesso tipo di motore che Alessandro Anzani aveva montato sul velivolo con cui Luis Blériot pochi mesi prima, il 25 luglio, aveva effettuato la traversata della Manica. Con tutta probabilità il motore fu acquistato dopo aver assistito a Montichiari alla prima competizione aerea italiana, il “Circuito di Brescia” (9. 20 settembre 1909). Alla manifestazione avevano partecipato dodici appassionati del volo, fra i quali vi erano sette italiani, compreso Alessandro Anzani con il suo biplano Avis dotato del nuovo motore Anzani da 35 CV.

Quel primo acreo di Rusjan, un insieme di legno e tela che i goriziani ben presto battezzarono “trapola de carta” e che era stato costruito nel cortile di casa, in via Cappella, dimostrò con quel breve volo che Rusjan aveva imparato la lezione dei primi ardimentosi costruttori di aerei, i quali non esitavano a pilotare essi stessi i loro mezzi.

Il 6 dicembre Rusjan – che per le prove di volo utilizzava ora una vasta distesa di terreno nei pressi della frazione di Merna, dove aveva anche costruito un capannone per ricoverare il suo velivolo – riuscì a effettuare un vero e proprio sorvolo della zona alla velocità di 50 km/h e della durata di circa 15 minuti. Il velivolo era il primo di una serie di nove apparecchi che furono realizzati da questo pioniere del volo nell’arco di poco più di un anno. In totale Rusjan progettò dodici velivoli. Dopo la sua morte avvenuta il 9 gennaio 1911 in un incidente di volo a Belgrado (per il cedimento strutturale di un’ala del velivolo durante un’esibizione), gli ultimi tre acrei furono costruiti dal fratello Josip e da un industriale di Zagabria, Mihajlo Mercep.