Nato a Genova nel 1909, Silvio Costigliolo ottiene il brevetto di Pilota d’Aeroplano nel dicembre 1929 presso la scuola di Cameri (Novara) e quello di Pilota Militare presso la scuola Caccia di Ghedi (Brescia). Nel settembre 1930 e’ destinato alla 96^ Squadriglia Caccia di Campoformido (Udine) e successivamente, nel settembre 1931, al neocostituito 4° Stormo Caccia di Gorizia-Merna. Nel 1936 partecipa alla Guerra Civile Spagnola con la Squadriglia Cucaracha ed il Gruppo Asso di Bastoni. Consegue tre abbattimenti e nel 1937 rientra al 4° Stormo decorato con due medaglie d’argento ed una di bronzo. Nel 1939 e’ ammesso al “13°Corso d’Integrazione” Sparviero dell’ Accademia di Caserta. Dopo la promozione a sottotenente e’ inviato in Africa Settentrionale dove rimarra’ per tutto il ’41 e ’42. Destinato infine alla Scuola Caccia di Gorizia, dopo l’8 settembre 1943 continuera’ a volare nell’Aviazione Nazionale Repubblicana fino alla fine della guerra. Nel 1947 emigra in Argentina dove morira’ prematuramente nel 1964.
1929 – 1936
Nel marzo del 1929 viene ammesso alla scuola di volo “Silvio e Natale Palli” di Cameri (No) quale Aviere Allievo Pilota. Cameri è una prestigiosa Scuola di Volo, fondata nel 1911, che ha formato molti piloti della Prima Guerra Mondiale. Ai bordi del campo ci sono ancora le vecchie strutture della fabbrica di aeroplani “Gabardini” divenuto poi C.A.N.S.A. Costruzioni Aeronautiche Novaresi S.A.
La Scuola di Volo di Cameri adotta una tecnica di addestramento basico originale: gli allievi si allenano da soli efettuando innumerevoli rullaggi con velivoli dotati di bassa potenza (35 HP) e pertanto non in grado di staccarsi da terra ma solo solo di “correre” avanti e indietro per il campo di volo. Successivamente si passa a velivoli dai motori un po’ più potenti che permettono voli rasoterra e su brevi distanze rettilinee. Infine l’addestramento giunge alla fase più impegnativa con aerei d’addestramento convenzionale, con istruttore e doppi comandi.
Dopo quattro mesi arriva per Silvio Costigliolo il giorno più importante, quello del decollo da “solo pilota”, 14 minuti di volo senza istruttore: il momento più gratificante per un allievo pilota.
Dopo alcuni mesi transita su velivoli monoposto: il Macchi-Hanriot HD-1 e il Spad XIII, residuati bellici della 1a G.M.
L’addestramento carente di quegli anni e la non eccessiva affidabilità e maneggevolezza di quelle macchine comportano un’alta percentuale di incidenti. Il più comune era la “cappottata”. Altri allievi non sono altrettanto fortunati.
Il corso viene completato con le prove ufficiali di “otto”, “rettangolo” e “navigazione”.
Finite con esito le prove ufficiali Costigliolo ottiene il “Brevetto di Pilota di Aeroplano” su Spad XIII nel diciembre del 1929.
Nel gennaio del 1930 viene destinato alla 2a Squadriglia di Allenamento Caccia di Ghedi (Brescia) ai comandi del cap. R.C. Arrigoni. A Ghedi effettua la transizione sul Nieuport Ni-29, sul Fiat CR 1 e sul CR 20, conseguendo il “Brevetto di Pilota Militare” e pertanto con il diritto di fregiarsi dell’aquila dorata con la corona.
Nella seconda metà del 1930 viene assegnato alla base di Aviano, in forza alla 96a Squadriglia (conosciuta anche come “Le vedette”) che insieme alla 73a ed alla 97a fanno parte del IX Gruppo Caccia del 1° Stormo, costituito nell’anno 1928 e comandato dal magg. Umberto Gelmetti. Capo Squadriglia di Costigliolo è il cap. Angelo Reali.
Nell’ottobre del 1930 si trasferisce con il IX Gruppo alla sede principale dello Stormo: Campoformido, a 12 Km da Udine. Lì conosce a una giovane maestra che presto diventerà sua moglie.
Negli anni 1930 e 1931 gli allenamenti e l’attività operativa sono al massimo: pattuglia, acrobazia individuale ed in pattuglia, tiro aria-aria e aria-terra, volo in formazione. Il tutto anche in previsione delle “Grandi Manovre dell’Armata Aerea” previste nell’ultima decade di agosto e che interesseranno gli aeroporti del Nord con partenza da Ferrara dove, alla presenza del Re, si raccoglieranno circa 900 velivoli. Il 28 settembre il IX Gruppo (73a, 96a e 97a Squadriglia), preceduto il 9 settembre dal X Gruppo (84a, 90a e 91a Squadriglia) si trasferisce sull’aeroporto di Merna, Gorizia.
A Gorizia i piloti, incoraggiati dai loro comandanti, si perfezionano ulteriormente nell’acrobazia che era loro familiare a Campoformido e ben presto il 4° Stormo compete con il 1° Stormo nelle Manifestazioni Aeree.
A Gorizia per la presenza sullo stesso aeroporto del 4° e 21° Stormo, ciascuno rispettivamente con una sessantina e una trentina di velivoli, l’attività di addestramento è molto intensa. Gli incidenti raggiungono una cadenza quasi settimanale: spesso succedono il lunedì tanto portare il comando aeroporto a sospendere quel giorno i voli mattutini sostituendoli con attività istituzionali.
Venerdì 10 gennaio 1932 su Cormons, nell’ eseguire una figura acrobatica il Serg. Costigliolo ed il Ten Colla entrano in collisione. Mentre Costigliolo riesce a lanciarsi con il paracadute il Ten. Colla non può uscire dal suo aereo perché ferito o incastrato e precipita perdendo la vita.
Il paracadute, sviluppato in Italia dal Col. Prospero Freri, era usato dalla Regia Aeronautica da soli pochi anni. Era un paracadute dorsale, senza cinghie inguinali ed era denominato “Salvator B”
Nel maggio del 1932, Costigliolo partecipa a Roma alla “Sfilata Aerea” in occasione della Giornata dell’Ala X Anno dell’era fascista. Lo Stormo è alla sua prima uscita ufficiale e sfila con 35 CR Asso condotti dal T.Col. Nicola Spadaccino sui Fori Imperiali per quattro volte consecutive in formazioni diverse. I piloti verranno decorati con una medaglia d’argento commemorativa che sarà consegnata dal Segretario dell’Aeronautica, Maresciallo d’Italia Italo Balbo.
Il 1° maggio del 1933 SAR Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, che già comandava sempre a Gorizia il 21° Stormo Ricognizione, assume il comando del 4° Stormo Caccia. Dopo questo comando nel 1934 assumerà quello della 3^ Brigata Aerea (1° e 4° Stormo) e nel 1936 con il grado di Generale di Divisione quello della 1^ Divisone Aquila (1^ e 3^ Brigata Aerea) con sede sempre a Gorizia.
Il Duca con il suo esempio contribuirà a forgiare lo spirito di corpo del 4° Stormo e proprio in questo periodo viene adottato come simbolo del quarto, il cavallino rampante di Francesco Baracca.
Spagna O.M.S. (Operazioni Militari Spagna)
1936-1937
Il 13 luglio 1936, D. Calvo Sotelo, figura emblematica della monarchia spagnola, viene assassinato da un gruppo di sinistra della Guardia de Asalto, in rappresaglia per l’assassinio del ten. Castillo, commesso dall’estrema destra. La morte di Calvo Sotelo è una delle cause dell’insurrezione di un gruppo di generali dell’Esercito tra i quali, Francisco Franco Bahamonde che otterrà finalmenteo il predominio assoluto. L’insurrezione militare dei “nazionalisti” del 17 luglio contro il governo della Repubblica Spagnola governata da D.Manuel Azaña, divampa immediatamente e si trasforma in una guerra convenzionale che interessa tutta la Spagna. Nonostante l’accordo di un “Comitato di Non Intervento”, firmato dalle principali potenze di allora, queste piu’ o meno apertamente intervengono, con contingenti militari, volontari civili e materiali bellici. Nei primi giorni di agosto 1936, SAR Amedeo di Savoia Aosta, Comandante della Divisione “Aquila”, convoca i suoi piloti nell’aeroporto di Merna a Gorizia e chiede volontari per una missione speciale oltremare. Molti si offrono senza indugio e in quello stesso mese partirono i primi due contingenti di piloti e specialisti verso la Spagna con quella che viene denominata Operazione Militare Spagna (O.M.S.). Silvio Costigliolo parte da Gorizia il 26 di ottobre 1936 con destinazione La Spezia dove s’imbarca sulla nave “Aniene”, giá “Ebro” nella Marina repubblicana, la stessa che aveva trasportato il primo contingente il 7 agosto.
A bordo furono distribuiti i passaporti con nomi e cognomi falsi, misura mantenuta fino alla fine della guerra per non dare adito a contestazioni da parte del “Comitato di Non Intervento”. Costigliolo diventa cosi’ “Silvio Castiglini”. Nonostante tutte le precauzioni adottate, la sera stessa ascoltano la trasmissione di una radio straniera che citava con esattezza i loro nomi e cognomi reali, la loro destinazione, il tutto seguito da minacce.
Il mattino dopo l’Aniene viene scortato a distanza dall’incrociatore “Alvise da Mosto” fino allo Stretto di Gibilterra. Durante la notte del 31 ottobre, in acque spagnole, avvistano un dirigibile a bassa quota che procede a luci spente, in evidente missione di ricognizione offensiva. Le forze repubblicane disponevano di dirigibili russi e pertanto non vi erano dubbio sulla nazionalita’. Il capitano riduce la velocità per rendere meno visibile la scia della nave, e cerca la protezione delle ombre proiettate dalle nubi sul mare. Il sorvolo dura circa un’ora finche ed infine il dirigibile si allontana senza aver avvistato la nave. La notte del 3 novembre la nave giunge a Siviglia dopo una breve navigazione lungo il Guadalquivir. Gli ufficiali vengono alloggiati nell’Hotel Andalucía Palace e i sottufficiali nel Cristina, i due migliori alberghi della città. Il mattino successivo vengono distribuite le divise con la scritta “Servicio de Aviación del Tercio”. Il “Servicio de Aviación del Tercio” diventera’ più tardi la “Aviación Legionaria”, come i tedeschi che adottarono per il loro contingente aereo il nome di “Legión Condor”.
Per motivi di sicurezza, in particolare vicino al fronte, i nazionalisti fornivano al loro combattenti stranieri una tessera della Falange Española, facilmente identificabile dagli Sevizi di Sicurezza. La “Falange Española”, fondata da D. José Antonio Primo de Rivera , figlio del “Dictador” nel 1933, divenne l’unica organizzazione politica permessa dal governo franchista, e dopo il 1937, inglobata nei “Requetés”. José Antonio Primo de Rivera venne fucilato dai repubblicani nella prigione di Alicante il 20 novembre 1936, appena due settimane dopo dell’arrivo di Silvio Costigliolo in Spagna.
Per motivi di sicurezza, in particolare vicino al fronte, i nazionalisti fornivano al loro combattenti stranieri una tessera della Falange Española, facilmente identificabile dagli Sevizi di Sicurezza. La “Falange Española”, fondata da D. José Antonio Primo de Rivera , figlio del “Dictador” nel 1933, divenne l’unica organizzazione politica permessa dal governo franchista, e dopo il 1937, inglobata nei “Requetés”. José Antonio Primo de Rivera venne fucilato dai repubblicani nella prigione di Alicante il 20 novembre 1936, appena due settimane dopo dell’arrivo di Silvio Costigliolo in Spagna.
Assieme agli italiani, a Torrijos ci sono quattro piloti spagnoli: Angel Salas Larrazabal, Miguel García Pardo, Julio Salvador Dìaz Benjumea e il celebre asso Joaquin García Morato Castaño, pilota molto abile e gia’ famoso in Spagna, in permanente contrasto con il comando del maggiore Tarcisio Fagnani. Fagnani, con pochi aerei e piloti, segue le direttive del suo Comando di non mettere a repentaglio macchine ed uomini in azioni individuali e rischiose, cosa non e’ ben accetta da García Morato. In dicembre, con maggiore disponibilità di velivoli e materiale bellico, Morato si separa dal Gruppo, costituendo la “Patrulla Azul” che opera più al sud, in Córdoba. Morato perira’ finita la guerra, nell’aprile del 1939, durante un’esibizione aerea sull’aeroporto di Griñòn, vicino a Madrid. Sulla fiancata sinistra del suo CR 32 erano dipinte le frecce e il giogo simbolo della Falange Española e sulla deriva il motto: “…Vista, Suerte y al Toro…”, successivamente stemma del suo “Grupo” ed oggi simbolo dell’Ala 11 dell’Esercito dell’Aria Spagnolo.
Con l’arrivo di altri piloti ed altri aerei, “La Cucaracha” viene sciolta, Costigliolo viene aggregato alla 19a Squadriglia, comandata dal capitano Enrico Degli Incerti (Tocci), appartenente al XXIII° Gruppo Caccia, “Asso di Bastoni”, quest’ultimo al comando del maggiore Fagnani. Il 12 novembre non e’ possibile volare date le pessime condizioni meteorologiche. Il giorno dopo Costigliolo decolla per la sua prima missione su allarme per un’incursione di una squadriglia di bombardieri SB-2 “Katiuska”. Questo bombardiere bimotore e’ più veloce del C.R. 32 e la tattica di combattimento, già usata da Mantelli (Arrighi) e Sozzi (Delicato) e’ quella di attenderli in quota e attaccarli in picchiata. In questa prima missione ottiene il suo primo abbattimento, un bombardiere Katiuska, attribuito colettivamente.
I Katiuska erano erroneamente identificati come “Martin Bomber” (lo stesso succederà con i caccia Polikarpov I-15 e I-16 denominati “Curtiss” e “Rata” rispettivamente), attribuibile alla sottostima della tecnologia aeronautica russa per cui si pensava che fossero di fabbricazione nordamericana, nonostante il Katiuska SB-2 fosse stato esibito nella Esposizione Aeronautica di Milano nel 1935.
I turni di vigilanza in volo sul campo ed i turni di allarme, durante i quali i piloti attendono al posto di pilotaggio, sono logoranti. Le missioni si succedono, anche due o tre volte al giorno, numerosi sono i voli di scorta ai bombardieri Romeo Ro 37 bis e Junker Ju-52 in missioni di bombardamento su Madrid. Il 24, il Gruppo decolla su allarme per difendere Talavera de la Reina da una incursione di fanterie e artiglieria repubblicani giunti fino alla sponda nord del fiume Tajo. Pur mancando l’intervento della fanteria nazionalista , gli aviatori di Torrijos contengono l’attacco. Prima del tramonto c’è ancora tempo per eseguire un’ultima missione di scorta a bombardieri in missione su Madrid.
L’ 11 dicembre il XXIII°Gruppo si trasferisce a Barcience, pochi chilometri ad est, sulla strada per Toledo, occupando per gli alloggiamenti le istallazioni di una fabbrica abbandonata.
L’attività continua incessantemente durante i mesi di dicembre e gennaio, si registrano fino a quattro missioni giornaliere. Madrid non cede ed entrambi i contendenti incrementano gli effettivi, i materiali e la pressione sul nemico. Verso la fine di gennaio le forze nazionali rallentano la loro offensiva e la riprendono in febbraio in coincidenza col miglioramento delle condizioni climatiche. Nel libretto di volo di Costigliolo risultano le missioni su Aranjuez, Arganda e Morata de Tajuña, a sostegno dell’offensiva che arriva fino a Vallecas, nella periferia di Madrid.
In questo periodo diventano operativi i caccia Polikarpov I-16 “Mosca” (“Rata” o “Boeing” per i nazionalisti). Questo aereo, concepito per sostituire il I-15, è un monoplano, interamente metallico, con carrello retrattile e con blindatura a difesa del pilota. Supera al CR 32 in potenza (quasi 400 HP in piu’) e velocita’ (quasi 100 Km/h in piu’). I piloti italiani, grazie al loro addestramento ed all’uso di tattiche collettive di combattimento, riescono a superare le differenze tecniche, riportando numerose vittorie.
Le tattiche di combattimento adottate contro il caccia russo consistono nell’indurlo al combattimento manovrato, dove il minore raggio di virata del CR32 costituiva un vantaggio decisivo. Altra tattica consisteva nell’affrontarli frontalmente, l’armamento del CR32 aveva una portata effettiva superiore a quella del Polikarpov.
L’offensiva conosciuta come la “Battaglia del Jarama”, s’inasprisce verso la metà di febbraio, con qualche periodo di relativa calma dovuto alle condizioni meteo. I combattimenti sono accaniti e frequenti le richieste di bombardamenti sono costanti, a volte su obbiettivi non paganti, richiesti dai comandanti terrestri che combattono a volte fino all’ultimo uomo. I piloti italiani, con effettivi e materiali ridotti, hanno l’ordine di non oltrepassare le linee nemiche in formazioni ridotte.
Il 18, al ritorno di una missione di scorta agli Ju 52 e Ro 37 bis, i piloti italiani del “Asso di Bastoni”, notano tre CR 32 che oltrepassano le linee e si lanciano su un nugolo di caccia nemici in procinto di attaccare i bombardieri nazionalisti. I CR 32 del “Asso di Bastoni” non li lasciano soli e ingaggiano il combattimento. La proporzione e’ di 16 aerei nazionalisti contro 40 repubblicani, appena giunti dalla Russia.
Costigliolo, che aveva già abbattuto un monoplano I-16 il giorno prima, nell’azione del 18 abbatte un biplano I-15. I tre CR 32 erano pilotati dagli spagnoli García Morato, Salas e Salvador.
Il giorno seguente, dopo un’ ispezione al fronte, giunge a Barcience il generale Francisco Franco per recarsi al suo Comando a bordo di un Douglas DC 2. Posa per i fotografi ma, nonostante l’eroico comportamento dei piloti italiani del giorno prima, non rivolge loro la parola, con non poco risentimento da parte di quest’ultimi. Parte poco dopo, con una scorta di caccia e piloti italiani tra i quali vola Costigliolo.
Le azioni continuano fino ai primi giorni di marzo con aspri combattimenti aerei e terrestri. Il 20, su Morata de Tajuña, al sud di Arganda, Costigliolo abbatte un altro Polikarpov I-16.
Le azioni nel fronte di Madrid si stabilizzano, e la capitale resistirà all’assedio fino al termine della guerra nell’ aprile 1939.
Il 5 marzo, il Gruppo “As de Bastos” riceve l’ordine di abbandonare il campo di Barcience, dove aveva sostato per più di tre mesi, per trasferirsi a Soria, nella Castilla la Vieja, a sud del fiume Duero. Due giorni dopo inizia il trasferimento in volo. Sulle montagne di Guadarrama le pessime condizioni meteorologiche provocano la perdita del contatto visivo tra le squadriglie. La 18a e la 20a arrivano a Soria al limite dell’autonomia. Il capitano Degli Incerti con la 19a non rischia e torna a Barcience. Si riuniranno pochi giorni dopo a Soria con il campo inondato dalla pioggia incessante. Il campo di Soria risulta inadeguato per le operazioni azioni aeree, è affollato di aerei da caccia e dagli S 81 da bombardamento ai quali si uniscono poco dopo gli S 79 provenienti dalle Baleari. Inoltre è completamente immerso nel fango a causa delle continue pioggie e successivamente coperto anche di neve. Per arrivare al fronte si deve volare per oltre 100 Km sfiorando le cime delle montagne, quasi sempre coperte di nubi, condizioni critiche per i velivoli dell’epoca, carenti di strumentazione. Le pattuglie sono costrette a volare sul fondo valle, tra le montagne.Nonostante l’appoggio aereo su Trijueque, Almadrones, Torija e Brihuega, la Battaglia di Guadalajara si conclude con un insuccesso dell’offensiva delle truppe del CTV.
La settimana dopo il XXIII°Gruppo riceve l’ordine di trasferirsi al vicino campo di Burgo de Osma. Anche lì, le scarse comoditá del campo obbligano agli aviatori a cercare alloggio nella vicina città. Costigliolo trova alloggio, assieme ad altri compagni, nell’Ospedale San Agustín.Per quanto le condizioni climatiche continuino ad essere pessime, si effettuano missioni di appoggio aereo su Brihuega e sul fronte Almadrones-Masegoso. Anche i piloti italiani vengono inquadrati nella organizazzione dei “Requetés”, forza della frazione Carlista che Franco incorporerà durante l’anno nella Falange Española, ribattezzata poi “Falange Española Tradicionalista”.
Nei primi giorni di aprile, il generale Mola inizia l’offensiva nel nord. Per appoggiarne le azioni il Gruppo “As de Bastos” si trasferisce al campo di Vitoria, nei Paesi Baschi. La 19^ Squadriglia di Costigliolo esegue missioni di scorta ai bombardieri S 81 e Ju 52 sul fronte di Oxandiano, Dima e Gualdacano.
Verso la metà di aprile del 1937 la Squadriglia si trasferisce per due settimane a Siviglia, una breve licenza dopo sei mesi di continue operazioni belliche. In questo periodo si approfitta per collaudare gli aerei riparati e revisionati nell’aeroporto di Tablada. I piloti vengono alloggiati nell’Hotel Majestic ed alternano i voli prova con visite alla città.
Finita la breve licenza, Costigliolo verrà trasferito nella 31a Squadriglia del VI° Gruppo Caccia , successivamente denominato”Gamba di Ferro” in onore al capitano Ernesto Botto, del 4° Stormo di Gorizia che, nei primi combattimenti in Spagna, ha subito l’amputazione di una gamba per le ferite riportate in una azione bellica. Dopo il rientro in Italia, Botto riprende a volare, assumendo il comando di della Squadriglia Acrobatica dello Stormo e poi della “Scuola Caccia”, sempre di Gorizia. Diverra’ Sottosegretario dell’Aeronautica durante la R.S.I. dopo l’8 settembre 1943. Nel nuovo VI° Gruppo, Costigliolo rimane in Spagna fino al giugno 1937, operando dalle basi di Posadas, Sevilla, Mérida e Badajoz, trasferimenti dovuti alle missioni di scorta alle squadriglie da bombardamento in operazioni nella regione di Estremadura.
Nota: relativa alla 31^ Squadriglia del VI Gruppo Caccia: Il 3 maggio 1937 viene costituita ufficialmente la 31^ Squadriglia posta sotto il comando del cap. Ugo Borgogno; l’unita aerea e’ composta inizialmente, oltre che dal suo comandante, anche dal ten. Alfiero Mazzetti , dai s.ten. Antonio Zanetti, Giorgio Pellinioli, Francis Leoncini e Enrico Caudio; dai m.lli : Aicardi, Cesare Accomazzo, dai serg.m. Silvio Costigliolo, Bruno Cesana, Augusto Mi…. (?) e dai serg. Vittorio Privitera e Ghirlanda. |
Costigliolo, nel giugno 1937, al suo ritorno in Italia, dopo 214 giorni trascorsi in Spagna, aveva partecipato a 150 missioni, sostenuto sette combattimenti e conseguito quatto abbattimenti, tre individuali ed uno collettivo. Per il suo impegno nell’Aviazione Legionaria, viene promosso e decorato con due Medaglie d’Argento e una di Bronzo al Valore Militare. Gli viene conferita la medaglia del “Sufrimiento por la Patria” dal Governo italiano.
Dopo il suo ritorno a Gorizia, numerose fotografie, alcune di seguito riportate, gli furono inviate da molti suoi compagni ancora operanti in Spagna.
Reduci delle O.M.S. (Operazioni Militari di Spagna)
1937
Raid Istres – Damasco – Le Bourget
1937
Gorizia
1938-1943
Corso Ufficiali all’Accademia di Caserta
1940 -1941
Treviso
1939 -1941
Pantelleria
1941
Castelbenito, Bengasi K2, God Bersis, Gialo, Ara dei Fileni, En Nofilia, Sorman
1941 – 1942
Libretto Volo