Nato negli USA,a Newburg (New York), 12 gennaio 1913 da genitori italiani, si arruola nell’Aeronautica Italiana e viene assegnato prima a Grottaglie e poi a Gorizia, inizialmente alla Ricognizione, 21° Stormo e poi al 4° Stormo. Partecipa alla guerra d’Etiopia ed alla Guerra Civile Spagnola dove viene fatto prigioniero. Durante la Seconda Guerra Mondiale si trova a dover combattere contro il Paese che lo aveva visto nascere. Compie delle azioni rimaste memorabili e conclude la sua vita a Napoli ove si spegne nel Natale del 1995.
Patriarca nasce nel quartiere dei Bronx in New York il 12 gennaio 1913 , il padre, emigrato dall’Italia, ha un negozio di barbiere che permette al giovane figlio, una volta terminati gli studi secondari, di mettere da parte il denaro necessario per soddisfare la sua grande passione: il volo. Frequenta la scuola di volo di Long Island nel 1931, ma le ristrettezze economiche non gli permettono di terminarla, il tentativo di aggirare questo ostacolo, arruolandosi nella U.S. Navy fallisce per la sua statura. Le trasvolate atlantiche dell’Italia e l’accoglienza riservata dal fascismo ai giovani italiani all’estero che vogliono arruolarsi nella Regia Aeronautica, lo spingono ad imbarcarsi per il Paese dei suoi avi. Dopo la selezione a Roma, inizia la formazione di pilota militare a Grottaglie ed infine viene assegnato al 21° Stormo Ricognizione Aerea. Chiede ed ottiene, grazie al magg. Baudoin, il trasferimento al 4° Stormo Caccia, sempre a Gorizia. L’incalzare degli eventi lo spingono a combattere come volontario nel 1935 in Etiopia ed in seguito in Spagna, nel 1936. Fatto prigioniero, è salvato dalla fucilazione dal suo passaporto americano. Rimandato negli States, dopo sei mesi rientra al suo Stormo, nel 1937. I venti di guerra sull’Europa comportano vari trasferimenti e l’iter di Patriarca mostra molti passaggi: 6° Stormo con la 15a Squadriglia, 51° Stormo con la 356a Squadriglia, poi al 54° Stormo. Allo scoppio della guerra si trova sul fronte francese con la 369 a Squadriglia, per poi passare al 22 Gruppo del 52° Stormo sul fronte Albanese, dove si ammala ed è rimpatriato. Rientra in servizio, assegnato al 1° Stormo per poi essere inviato sul fronte russo con la 371 a Squadriglia del 52°, si ammala di nuovo ed è assegnato alla 303 a Squadriglia di Caccia Notturna a Napoli Capodichino. Con l’entrata in guerra degli Stati Uniti, per evitargli di combattere contro truppe americane, è assegnato al Centro Addestramento Caccia Notturna di Treviso dove, dopo l’8 settembre, essendosi rifiutato di collaborare, viene internato in Germania. Dai campi di lavoro e prigionia in Polonia è trasferito nella base di idrovolanti di Pillau da dove fugge. Arriva a Monaco e, aiutato dal nostro ambasciatore, Vittorio Mussolini, rientra in Italia. Resta nell’Italia del Nord a Milano, confinato in una caserma dell’Aeronautica, non vuol combattere contro gli americani. Alla fine della guerra ritorna a Treviso dalla moglie e dal figlio e, dopo varie peripezie, trova lavoro con l’amministrazione del governo di occupazione alleato. Rientra infine a Napoli, città di origine della moglie, e lavora per l’USAF come autista. Reintegrato nell’Arma Aerea quale istruttore, viene assegnato alla Scuola di Volo di Galatina e finalmente fa ritorno a Capodichino, al 4° Stormo. Qui conclude, a 46 anni, la sua avventurosa carriera di pilota. Si spegne a Napoli nel 1995, lasciando un bellissimo ricordo di se alla moglie ed ai due figli.
SCUOLA OSSERVAZIONE AEREA
LIBRETTO VOLO
MATRIMONIO